Sinoué Gilbert - 2010 - La terra dei gelsomini by Sinoué Gilbert

Sinoué Gilbert - 2010 - La terra dei gelsomini by Sinoué Gilbert

autore:Sinoué Gilbert [Sinoué Gilbert]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788854504615
Google: pmSVZwEACAAJ
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2011-01-14T23:00:00+00:00


Aleppo, il giorno dopo, 11 agosto 1925

Dalle terrazze partivano fucilate. Il sangue scorreva sui gradini che portavano alla casa di Dunia e l’aria puzzava di polvere da sparo. La gente scappava in tutte le direzioni. Il quartiere somigliava a un formicaio preso a calci. I cannoni francesi rispondevano dall’alto della cittadella.

Jean-François si precipitò sul batacchio della porta, picchiando a più riprese. Non ebbe alcuna risposta. Fece un passo indietro e rivolto alle finestre gridò: «Dunia!»

Dov’era finita? Era tornata a Baghdad? Eppure nell’ultima lettera diceva che non aveva intenzione di andarci prima della fine di settembre. Forse la rivolta scoppiata in luglio aveva cambiato i suoi piani? Non era impossibile. Si guardò intorno, smarrito.

Improvvisamente ricordò: l’Istituto Champagnat, quello in cui dava lezioni di piano. Se era fortunato, forse si era rifugiata là!

Corse verso il Khan el-Sabun e venne quasi travolto da una coppia che fuggiva. All’entrata del suk, vedendo un commerciante che stava chiudendo in fretta la sua bottega di sapone, gli chiese: «L’Istituto dei Frati Maristi, sai dov’è?»

L’uomo non rispose e fece per rientrare nel negozio.

Jean-François lo trattenne per la manica.

«L’Istituto del Frati Maristi! Dov’è?»

«Lasciami!»

«Rispondi!»

«Dritto… sempre dritto…»

«Sempre dritto e poi?»

«Sempre dritto… fino a Bab el-Nasr, la Porta della Vittoria».

C’erano tre chilometri dal Khan a Bab el-Nasr. Giunto davanti all’imponente porta, o almeno a ciò che rimaneva del suo splendore, risalente ai tempi in cui il Saladino incedeva trionfante attraverso la città, Jean-François cercò di fermare qualcuno tra la folla dei fuggitivi, ma inutilmente. Il frastuono continuava nel cielo della città: fucilate, cannonate, urla.

Un fruttivendolo ambulante apparve d’un tratto, risalendo la strada diretto chissà dove. Arrivò all’altezza di Jean-François, tirando il suo carretto come un disperato.

«In nome del Profeta» urlò il francese, «l’Istituto dei Frati Maristi da che parte è?»

La testa incassata tra le spalle, l’uomo rispose con voce strozzata: «Dopo la fontana, a sinistra».

«Allah ti benedica!»

Il francese corse subito nella direzione indicata. Pochi minuti dopo arrivava davanti all’entrata dell’edificio, vicino a una vecchia chiesa gregoriana. Una campana pendeva da una catenella arrugginita. La tirò più volte. Un rumore di passi. La porta si socchiuse appena, lasciando intravedere un uomo pallido, in abito talare, con un grande colletto bianco a risguardi.

«Che c’è? Che volete?» chiese convulsamente.

«Lasciatemi entrare, vi prego. Sto cercando un’amica, Dunia el-Safi, insegna pianoforte da voi».

Dopo un attimo di esitazione il frate rispose: «Entrate, entrate… presto!»

Jean-François entrò.

Con mano tremante, il frate chiuse la porta a chiave.



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